Come scrivere la sceneggiatura di un corto

Hai trovato l’idea giusta per il cortometraggio, l’hai riassunta in un soggetto o un trattamento e hai fatto una scaletta per dividere la storia in scene: non ti resta che scrivere la tua sceneggiatura!

Prima di scoprire in che modo si scrive la sceneggiatura di un corto, è bene ricordare che si tratta di un testo che racconta per immagini: tutto deve essere tradotto in termini visivi. Le parole usate, quindi, dovranno essere molto concrete e lo stile da adottare non sarà quello letterario (come quello dei romanzi), ma quello cinematografico. Lo sceneggiatore scrive per il cinema: la sceneggiatura fungerà da guida sul set e in fase di montaggio e per questo è fondamentale scriverla in modo corretto e chiaro per facilitare il lavoro di tutti. 

Ma quindi come si scrive una sceneggiatura? È necessario scaricare qualche programma particolare? C’è un font specifico da usare? Ci sono delle regole fondamentali da seguire?

I programmi 

Esistono numerosi programmi per computer per scrivere sceneggiature in modo professionale. In particolare, il più diffuso nel mondo del lavoro è Final Draft, scaricabile a pagamento sull’omonimo sito ufficiale. Sono disponibili anche programmi gratuiti come ad esempio WriterDuet e Scenarist. Questi programmi, studiati appositamente per la scrittura di sceneggiature, sono un valido aiuto perché ti forniscono una formattazione già impostata secondo il “linguaggio del cinema” (ad esempio, le indicazioni per le intestazioni di scena, i nomi dei personaggi, i dialoghi, le azioni…) e dunque una maggiore facilità e fluidità nella scrittura di una sceneggiatura. Se preferisci partire da una pagina bianca, puoi anche scrivere su word o un simile file di testo seguendo alcune accortezze per attenerti agli standard, come usare il font Courier, carattere 12, descrizioni a tutta pagina, nomi dei personaggi in testa alle battute e i dialoghi incolonnati al centro della pagina.

Modelli di sceneggiature

Esistono tre modelli principali di sceneggiature: all’italiana, alla francese e all’americana. In questo articolo ci concentreremo su quest’ultimo, il più diffuso nel mondo del cinema.

Struttura di una sceneggiatura

Ogni scena è necessariamente costituita da alcuni elementi fondamentali, che sono:

  • intestazione 
  • azioni o didascalie
  • dialogo

Ogni sceneggiatura è composta da più scene, che vengono numerate e che possono essere collegate da delle transizioni (es. DISSOLVE TO:).

INTESTAZIONE DI SCENA

L’intestazione è la prima riga di ogni scena, è scritta interamente in maiuscolo e indica dove e quando è ambientata la scena. In ordine, gli elementi da indicare per ogni scena sono:

  • numero di scena (i programmi appositi generalmente li aggiungono automaticamente, così che anche eliminando una scena tutte le altre verranno numerate di conseguenza);
  • se è ambientata in un luogo al chiuso o all’aperto (INT o EXT);
  • la location;
  • il momento della giornata (se è  GIORNO o NOTTE, oppure TRAMONTO, ALBA, CREPUSCOLO…). 

In questa sezione, dopo la scritta GIORNO o NOTTE è possibile aggiungere anche particolari elementi riguardanti la scena come ad esempio se si tratta di un SOGNO, un FLASHBACK (evento accaduto nel passato) o un FLASHFORWARD (evento che accadrà nel futuro).

DESCRIZIONE DELLA SCENA (AZIONE)

In questa sezione è importante descrivere: 

  • l’ambientazione;
  • i personaggi;
  • i costumi e gli oggetti di scena funzionali alla narrazione;
  • le azioni compiute in scena.

Nella descrizione che apre una scena è necessario specificare quali sono i personaggi presenti, descrivere il luogo, eventuali costumi ed oggetti di scena funzionali alla narrazione. Ad esempio, quando una location compare per la prima volta è importante descriverla più nel dettaglio, mentre le volte successive basterà specificare gli elementi presenti solo se sono presenti modifiche sostanziali (ad esempio, se lo spazio ha subito variazioni nel tempo). Le ambientazioni, i costumi e gli oggetti possono essere fondamentali durante una scena: i personaggi potrebbero interagire con essi e, se questo avviene, è importante che sia esplicitata fin da subito la loro presenza. Se per esempio un personaggio entra in una stanza, saluta un amico e mentre parla con lui  mangia degli stuzzichini presenti sul tavolo, allora dovremo specificare fin da subito che nella stanza è presente un tavolo con del cibo. I nomi dei personaggi che compaiono per la prima volta devono essere scritti in maiuscolo, preferibilmente specificando anche l’età tra parentesi, per esempio: MARIO (25). Anche alcuni suoni o effetti sonori, se hanno particolare importanza, possono essere scritti in maiuscolo, per dare loro maggiore risalto a colpo d’occhio soprattutto in fase di spoglio della sceneggiatura (per esempio, la porta SBATTE). Ogni azione deve essere sempre scritta al presente e riportata solo se ha una particolare importanza ai fini della narrazione: se ad esempio i protagonisti chiacchierano al bar, non è necessario descrivere tutto quello che fanno gli altri clienti sullo sfondo se questo non ha ripercussioni dirette sulla storia (sarà compito del regista e dei suoi collaboratori gestire le comparse sul set e indicare loro le azioni da compiere per “riempire” la scena). 

Sempre perché la sceneggiatura è un documento tecnico, è importante non scrivere i pensieri dei personaggi o le loro emozioni, poiché queste non saranno visibili sullo schermo. È importante invece indicare su carta come queste emozioni verranno trasmesse sullo schermo: ad esempio, invece di scrivere che un personaggio è triste, è preferibile optare per ha un’espressione cupa.

DIALOGHI

Prima di ogni battuta è necessario indicare il nome di chi la pronuncia in maiuscolo. Se un personaggio compie dei gesti, dei movimenti o delle azioni particolari mentre parla, questi vengono scritti tra parentesi. Se invece tali azioni sono compiute prima o dopo una battuta, queste devono essere descritte a tutto rigo, come nella sezione “azioni” descritta sopra. Vediamo ora un esempio riassuntivo di un breve dialogo:

Accanto al nome di un personaggio, talvolta è possibile trovare delle indicazioni specifiche (spesso abbreviate):

  • (CONT’D), abbreviazione di “continued”, si usa quando una battuta, concepita come unitaria, viene “spezzata” da una didascalia o viene divisa dal cambio di pagina. Generalmente i programmi di scrittura aggiungono questa indicazione in automatico dove necessaria;
  • (V.O.), si usa quando c’è una “voice over”, ovvero la voce di un narratore esterno, extradiegetica*, che non possono sentire i personaggi presenti in scena, ma solo gli spettatori. Le “voice over” non vengono registrate sul set, ma in seguito con il doppiaggio;
  • (O.S.), indica una voce “off screen”, proveniente da un personaggio presente nella location ma che gli spettatori non possono vedere. Questo avviene, ad esempio, quando qualcuno parla da una stanza differente rispetto a quella che vediamo, o semplicemente quando per motivi narrativi è previsto che una determinata battuta sia pronunciata senza inquadrare l’attore. È una voce che viene udita dai personaggi, quindi diegetica*, ma se ne percepisce la lontananza (è anche detta “fuoricampo”).

* Per comprenderne meglio l’utilizzo è importante conoscere il significato della “diegesi” nel cinema. Tutto ciò che avviene o è presente nella location di una scena è “diegetico”, tutto ciò che è esterno ad essa si considera “extradiegetico”. La musica, ad esempio, se proviene da uno strumento o da un apparecchio che la riproduce che è presente in scena, come una radio o uno stereo, è diegetica, se invece è solo una colonna sonora (che quindi i personaggi in scena non possono sentire) è extradiegetica.


Una volta apprese le regole principali per scrivere correttamente una sceneggiatura, non resta che esercitarsi! Ricordati: i dialoghi sono fondamentali, ma spesso più sono brevi e maggiore è la loro efficacia: prova sempre a condensare i concetti con meno parole possibili e non scordarti mai che il cinema è fatto soprattutto di immagini e azioni! Tutto ciò che può essere fatto invece che detto, è bene tradurlo in azioni concrete piuttosto che in lunghi discorsi. Il miglior modo per imparare a scriverli è fare molta esperienza e chiedere dei feedback a chi conosci, oltre che leggere molti esempi di sceneggiature. È sempre bene confrontarsi, infatti, con gli altri, che siano amici, parenti o anche i tuoi genitori. Far leggere loro le tue storie e le tue sceneggiature ti permetterà di migliorare il tuo stile e di rendere più efficaci le tue opere, grazie a consigli che solo un occhio esterno, a volte, può darti. Non temere, inoltre, di riscrivere battute, dialoghi o di stravolgere più volte la tua sceneggiatura. Nel mondo del cinema tutte le sceneggiature vengono scritte e riscritte moltissime volte, fino ad arrivare alla versione iniziale che, di solito, è molto diversa dalla prima stesura.

Scrivere una sceneggiatura è un’arte tanto affascinante quanto complessa. Se sei interessato ad approfondire questo aspetto del mondo cinematografico, ti suggeriamo di acquistare alcuni libri al riguardo, per conoscere i suggerimenti dei più grandi professionisti di questo settore. 

Consigli per le letture:

  • Story di Robert Mckee, una sorta di enciclopedia della sceneggiatura, delle sue strutture e dei modi efficaci di raccontare una storia, in particolare attraverso il cinema;
  • Dialoghi di Robert Mckee, sequel del bestseller sulle storie, è un’attenta analisi dei numerosi tipi di dialogo esistenti;
  • Anatomia di una storia di John Truby, che insegna come scrivere storie seguendo 7 passi principali, secondo delle modalità divenute ormai uno standard nel mondo del cinema; 
  • Il viaggio dell’eroe di Christopher Vogler, per conoscere la struttura alla base di moltissimi film e serie tv che amiamo e che ispirano le nostre storie;
  • L’arco di trasformazione del personaggio di Dara Marks, imprescindibile per scrivere dei personaggi tridimensionali, autentici, che sappiano emozionare i vostri spettatori.

Se desideri acquistare un manuale introduttivo che parli più in generale di come si scrive una sceneggiatura, basato anche su molti dei libri che abbiamo citato, ti consigliamo:

  • Manuale di sceneggiatura cinematografica di Luca Aimeri

Se vuoi invece attingere a piene mani dai grandi autori, è disponibile anche il sito www.sceneggiatureitaliane.it che permette di scaricare gratuitamente le sceneggiature di film italiani più e meno recenti, inclusi grandi successi del cinema contemporaneo!



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