Si spengono le luci sul red carpet, ma rimangono fortemente accese nei cuori, sui volti e negli occhi di tutti i ragazzi che hanno partecipato alla prima edizione del Believe Film Festival. È la gioia che si espande dopo un evento che segnerà la storia del nostro quartiere, di Verona e di molte famiglie e comunità d’Italia.
Il nuovo festival, realizzato dal Team Believe, stupisce giovani e adulti, in un evento reso vivo dalla freschezza e la verità della giovinezza. Sono molti gli applausi, i complimenti, le foto. La risonanza sui social è fatta di storie e tag, perché il Believe Film Festival parla il linguaggio dei giovani, offre opportunità per farli esprimere e fa sperimentare nuovi linguaggi.
Sabato 10 novembre, a Verona, in un quartiere di periferia quale quello di Santa Croce, è stata percorsa la strada della bellezza. Non forse quella dei migliori short movies, ma sicuramente quella dei volti radiosi, entusiasti, brillanti di tutti quei ragazzi che hanno attraversato il red carpet, di quelli ancora giovanissimi che coordinavano i reparti tecnici dall’audio, alle riprese, alla diretta televisiva, ma anche di quelli che con entusiasmo e cura si occupavano dell’accoglienza o dei buffet. Un evento in cui i giovani sono stati i protagonisti su tutto il fronte e chiunque abbia partecipato non poteva non passare sul carpet senza sorridere, senza sentirsi per un momento un po’ una star: mariti con mogli mano nella mano, anziani a braccetto come fossero fidanzati, genitori con figli sorridenti e radiosi. Tutti, dopo gli artisti, a fare la passerella in una cornice mai vista in via Verdi dalla costruzione del Cinema Teatro Alcione.
Una serata dove, in un certo senso, hanno vinto tutti. Sì ci sono stati dei vincitori premiati, ma tutti hanno avuto la possibilità di essere accolti con cura e attenzione dai tanti giovani che, in camicia bianca o t-shirt nera, in base al servizio svolto durante la manifestazione, trasmettevano la gioia e l’emozione di avere vinto tutti insieme. E il mondo del cinema improvvisamente è diventato autentico, ha costruito comunità, ha allacciato legami che da Bari a Gorizia hanno unito tutta l’Italia.
Alexander Faganel (Gorizia) si è aggiudicato il titolo di miglior film, grazie ad una composizione di immagini e musiche composte dall’amico Emanuele Gabrielli, con il corto Louder che egli stesso definisce un inno all’adolescenza. La miglior sceneggiatura è stata assegnata a Leonardo Angellotti (San Donà di Piave – VE) per il corto Bluff, un noir dove solo in apparenza sembra che il più furbo vinca. La miglior recitazione è andata al corto Ricomincio da me di Giada Ingenito (Taranto) nel quale madre e figlia, con grande naturalezza, si aiutano e cercano di fare pace con le proprie paure. Infine il premio del pubblico, attribuito tramite l’applicazione bePLAY realizzata per l’occasione, è andato al corto Social Down, scritto e diretto da Antonio Di Giacomo (Rionero in Vulture – PZ): un improbabile attacco hacker riporta alla realtà e all’autenticità dei rapporti un ragazzo la cui vita era basata esclusivamente sul favore dei social.
Ma il red carpet è stato attraversato anche da molti altri giovani registi accompagnati ciascuno dal proprio cast, provenienti da tutta Italia. Così tra foto e sorrisi hanno affrontato il tappeto Luigiantonio Perri (Rimini), Giulio De Candia (Bari), Giulio Grippi (Zevio -VR), Livia Ferraguzzi (Roma), Federico Del Gobbo (Udine), Fabio Rossi (Verona).
Non sono mancati anche giudici e ospiti di eccezione; in particolare la presenza sapiente e lungimirante di Claudio Gubitosi, direttore e fondatore di Giffoni Experience ha dato il giusto tocco di ufficialità all’evento. È arrivato a Verona in seguito alla richiesta di aiuto di un giovane diciottenne, Tommaso Berti, oggi regista della diretta televisiva: “La richiesta di aiuto di Tommaso – riporta Gubitosi in diretta televisiva – ha ricordato il mio inizio, mi ha emozionato e sicuramente quando io avevo 17 anni ho avuto grandi difficoltà che ho sempre superate, così gli ho detto: ti do dei suggerimenti, Giffoni sarà con te e vengo a Verona”. Poi ha continuato: “Che emozione vedere ragazzi eleganti, puliti, belli fuori e belli dentro. Una serata da manuale questa, perché non credo vogliamo essere, Believe o Giffoni, un grande festival ma una cosa vera, una cosa sincera e questa sera la prima edizione è stata una cosa vera”.
Non sono mancati anche gli apprezzamenti dell’attrice e insegnante di teatro Fioretta Mari, del produttore Michele Calì, del regista Cristian De Mattheis, per non parlare della presenza fresca e autentica del giovane regista e attore Davide Mogna, dell’attrice Francesca Piroi, degli attori Valerio Vanzani e Ludovico Girardello.
Una serata che si è dimostrata un inno alla bellezza, come è e deve essere la giovinezza, autentica e semplice per la quale anche le sbavature, proprio perché sincere, aprono lo spazio al sorriso che toglie ogni rancore.
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